Albania, corsa per salvare gli ultimi tesori marittimi del Mediterraneo

Tesori Marittimi Del Mediterraneo In Albania

Enver Hoxha, le cui forze comuniste presero il potere nel 1945, gestì l’Albania come un regno eremita, il regime più repressivo in Europa. Era la Corea del Nord di allora.

Quando le attrezzature per immersioni subacquee sono state utilizzate in altre paesi dopo la seconda guerra mondiale, in Albania fu bandita poiché ritenute armi che elementi inaffidabili avrebbero potuto utilizzare per scappare nella vicina isola di Corfù.

Hoxha ha tenuto una presa spietata sull’Albania fino alla sua morte nel 1985, trasformando il paese in un devoto avamposto di purezza ideologica. Grazie al divieto di immersione, tuttavia, le acque al largo della costa sono rimaste intatte, anche se gli esperti del settore temono che l’Albania possa fare la fine di Grecia e Italia, le cui ricchezze storiche sono state saccheggiate dai sub in una vera e proprio caccia al tesoro. Destino simile a quello dei mari a largo dell’ex Jugoslavia.

L’Albania rimane in gran parte incontaminata, ma il suo governo ha impegnato poche risorse per proteggere questo patrimonio. Per questo motivo, lavorando con sommozzatori e veicoli marini controllati a distanza, molti archeologi si stanno affannando per documentare i tesori sul fondo del mare prima che si perdano e stanno consegnando tutte le informazioni che trovano al governo albanese.

Nella baia di Valona, sulla costa meridionale dell’Albania, le acque si tinsero di rosso quando Cesare si scontrò contro l’esercito di Pompeo durante la Grande Guerra civile romana del I A.C. Quando, invece, l’impero ottomano minacciava l’Italia durante il regno di Solimano il Magnifico, la sua flotta si radunò nella baia. Gli ebrei espulsi dalla Spagna durante il tardo Medioevo, scapparono a Valona attraverso l’Italia. Tutti hanno lasciato le loro impronte sul fondo del mare e proprio su questo stanno lavorando gli archeologi.

Questa ricerca nelle acque dell’Albania è andata avanti senza precedenti negli ultimi dieci anni. E’ finanziata dalla RPM Nautical Foundation, un’organizzazione no-profit con sede in Florida guidata da James Goold, un avvocato della ditta Covington & Burling.

Nell’era moderna, la costa albanese era un’importante linea di rifornimento durante entrambe le guerre mondiali. Nella sola Baia di Val Gardena, ci sono stati 10 naufragi bellici, tra cui la Regina Margherita, l’ammiraglia della marina italiana, che affondò nel 1916 con la perdita di quasi 700 vite. Nelle vicinanze si trova il relitto di una nave ospedale italiana attaccata dagli inglesi nel 1941. Tre monache morirono, ma un importante passeggero sopravvissuto fu Edda Ciano, la figlia maggiore del dittatore italiano Benito Mussolini, che fu prelevata dal mare dopo che la nave affondò . Per ogni scoperta, ci sono settimane di ricerche infruttuose. Il fondo del mare è, dicono gli archeologi, molto meno esplorato della superficie della luna.

Quando la squadra scopre qualcosa, le sue coordinate sono tenute segrete. Le immersioni subacquee tecnicamente non sono ancora permesse, ma tre anni fa il consiglio dei ministri albanese ha concesso immersioni ricreative in aree definite lungo la costa. Per gli archeologi, il valore dei manufatti risiede nell’istantanea storica che presentano, piuttosto che nei rubini e nell’oro che potrebbero portare. Guardandoli, sarà possibile scoprire molti segreti del passato.

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