L’Albania è un paese che non smette mai di stupire.
È ciò che sottolinea l’autore Jacob Mikanowski nel suo recente articolo su The Guardian, intitolato “La musica mi ha commosso fino alle lacrime: innamorarsi dell’Albania”. Durante un viaggio attraverso 17 nazioni per il suo ultimo libro, Mikanowski ha trovato in Albania un paese di storia intricata, ospitalità senza limiti e sorprese infinite.
La sua avventura inizia con una certa trepidazione, data l’immagine che spesso si ha dell’Albania, un paese che ha attraversato momenti difficili dopo la caduta del comunismo e la guerra civile del 1997. Eppure, a dispetto di questa immagine, l’Albania che Mikanowski scopre si rivela un luogo di multiculturale convivenza e tolleranza religiosa.
Il suo ingresso nel paese avviene attraverso uno dei passaggi di confine più belli che abbia mai sperimentato, lungo la selvaggia costa del Lago di Ohrid, dove l’Albania incontra la Macedonia del Nord. Da qui, il viaggio lo porta alla città di Korçë, la capitale culturale delle alte terre orientali dell’Albania, e successivamente alla pittoresca Voskopojë, conosciuta anche come Moschopolis, o la “città dei pastori”, un tempo capitale non ufficiale dei Vlach.
Ma l’Albania non è solo storia e cultura, come sottolinea Mikanowski. È anche un paese di paesaggi naturali mozzafiato, come il massiccio di Tomorr, il “Monte Fuji dell’Albania centrale”, e la valle di Theth, nel nord del paese, un luogo che sembra tagliato fuori dal mondo, affascinante e selvaggio.
Il suo ritorno a Tirana, la capitale, svela un altro aspetto dell’Albania: una vivace scena di caffè, ristoranti e un’architettura eclettica. Tirana è anche il luogo ideale per conoscere il periodo più buio della storia del paese, il regime di 40 anni di Enver Hoxha.
Il viaggio di Mikanowski prosegue verso sud, alla scoperta della diversità culturale e architettonica delle città di Berat e Gjirokastër, quest’ultima luogo di nascita di Enver Hoxha e di Ismail Kadare, il più grande scrittore albanese e candidato perenne al Premio Nobel per la letteratura.
La sorpresa finale arriva proprio a Gjirokastër, quando, durante l’esplorazione di un passaggio nascosto nel centro della città, Mikanowski inciampa in un’installazione artistica sonora che presenta un tipo di musica chiamato saze. Questa forma musicale antica, nativa delle alte terre rocciose del sud dell’Albania, con le sue melodie forti e spoglie cantate in polifonia, commuove profondamente l’autore fino alle lacrime.