Il governo d’Albania apre la strada ai resort: il primo sorgerà nel Parco di Butrinto

Manastir Resort

Il progetto "Manastir Resort"

Si sono concluse le procedure legali per l’attivazione dei lavori, che porteranno alla costruzione  di un resort turistico nella baia di Manastir a Saranda. Si tratta della prima struttura di questo tipo, che sorgerà nella zona costiera Saranda-Butrint, una delle più ambite dall’edilizia turistica.

Il Manastir Resort

Circa 800 ettari di questa zona costiera, fino a gennaio di quest’anno, facevano parte del Parco Nazionale di Butrinto, dal quale sono stati staccati in seguito a una decisione presa dal governo nell’ambito della revisione dei confini naturali di alcuni parchi nazionali.

Questa sarà l’area dove nascerà il Manastir Resort; nel 2005 era stata inclusa nello spazio di Butrinto Park, come area protetta, per difenderla da un’invasione edilizia non autorizzata. Il progetto è stato approvato alla fine del 2021 dal Comitato per gli Investimenti Strategici presieduto dal Primo Ministro Edi Rama, con la formula di investimento strategico. Si stima, infatti, un investimento di circa 28 milioni di euro, in un’area edificabile di circa 53mila mq di proprietà privata, con strutture ricettive di una capienza complessiva che varia da 83-100 posti letto, con ristorante, bar , piscina all’aperto, ecc. Le spiagge e l’area balneare potranno essere utilizzate per circa trent’anni.

Chi costruirà

Sono due le aziende che, a febbraio 2022, hanno ottenuto l’appalto per la costruzione del “Manastir Resort”: la società ALB-STAR e dalla società ANDI shpk. Nell’area dove sorgerà il resort, esisteva un solo albergo di circa 200 mq, costruito circa 23 anni fa, andato in  demolizione lo scorso anno per decisione dell’Ispettorato Nazionale delle Costruzioni. Un intervento basatosi sulla presa di posizione del Comune di Saranda, contestata dal proprietario, che affermava di avere una licenza edilizia rilasciata nel 1999 e di essere in un procedimento giudiziario lento e non ancora andato a buon fine, atto a legalizzare l’edificio.

Le contestazioni

La costruzione di località turistiche e massicci sviluppi edilizi nelle aree costiere sono stati segnalati da 25 organizzazioni ambientaliste e 4 professori di scienze naturali, in seguito alla revisione della mappa delle aree protette di alcuni parchi da parte del governo. Attraverso una contestazione congiunta, le maggiori organizzazioni ambientaliste del Paese e i professori di scienze naturali Aleko Miho, Ferdinand Bego, Mihallaq Qirjo e Spase Shumka hanno affermato che “la revisione dei confini delle aree protette nasconde sviluppi instabili, come urbanizzazione, aeroporti, aree di habitat coperte da parchi industriali. Aprire la strada a questi progetti danneggerà irreversibilmente queste aree”

L’indagine di BIRN

La costruzione di villaggi turistici è favorita anche da una legge sugli investimenti strategici, approvata nel 2015 dal parlamento albanese e pensata per favorire l’incremento economico. Secondo un’indagine dell’Agenzia BIRN, le imprese locali che puntano a profitti a breve termine hanno raccolto la maggior parte dei benefici: dei 35 progetti elencati come investimenti strategici dal 2016 al 2021, 26 erano orientati al turismo e solo due provenivano interamente dall’estero. BIRN ha definito discutibili due progetti che avevano ottenuto lo status di investimento strategico, secondo la legge del 2015.

Uno di essi è legato alla decisione del governo di concedere al partner americano del fratello del ministro per l’Europa e gli Affari esteri, Olta Xhaçka, il permesso di utilizzare una spiaggia a Dhërmi per 30 anni. Mentre l’altro è relativo alla realizzazione di un complesso turistico con circa 13,8 milioni di euro a Dhërmi, che sarà creato da due società, una delle quali è di Gazmend Paja, figura sconosciuta nel mondo degli affari.

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