Cosa vedere a Scutari – monumenti e luoghi d’interesse

Scutari è uno dei centri culturali più importanti dell'Albania, considerata anche "La culla della cultura albanese"

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Scutari è una delle più antiche città dell’Europa, e da sempre è uno dei centri culturali più importanti dell’Albania, viene considerata “La culla della cultura albanese” o la capitale culturale dell’Albania. La città presenta fasi diverse di costruzione, dal periodo illirico fino ai giorni nostri.

Guida completa di Scutari

Il Castello di Rozafa

In albanese Kalaja e Rozafës situato sulla collina alle porte della città è il monumento più importante.

A guardia di questo “faro umanistico” dei Balcani il Castello di Rosafa, fu costruito nel IV secolo a.C. e non ha mai ceduto agli attacchi degli Ottomani in questa zona. La leggenda vuole che nelle pareti della fortezza fosse stata murata viva una donna, Rosafa, sacrificatasi per il bene della comunità.

Il castello di Scutari venne costruito su un’alta collina, ricoperta interamente di rocce difficili da scalare. Per la sua posizione strategica fu per secoli un inattaccabile bastione. La storia del castello si trova a metà, tra mito e leggenda, senza nascondere una verità storica. Si racconta di come il castello sarebbe ripetutamente crollato e secondo un oracolo, per evitare altri cedimenti, sarebbe stato necessario un sacrificio umano. Con l’inganno fu sacrificata Rosafa, moglie di uno dei costruttori del castello, che fu murata viva, ma in maniera da lasciare liberà metà del corpo per permetterle di allattare, cullare, abbracciare e ammirare regolarmente il figlioletto.

Ovviamente si sta parlando dei miti della creazione del mondo. La società albanese vede nella donna un bene prezioso il cui “sacrificio”, secondo la leggenda, simbolicamente avrebbe portato qualcosa d’importante come la rinascita di una cultura, di un nuovo mondo. In fondo la donna è la genesi. La madre terra.

Si sa con certezza che Scutari fu capitale del popolo degli Illiri, considerando le fonti scritte e gli interessanti reperti dell’epoca scoperti nelle vicinanze. Questo dimostra che già al tempo degli Illiri il castello era utilizzato per proteggere la popolazione locale. Infatti le popolazioni che abitavano Scutari già nel 230 a.C., in caso di pericolo di un assedio o causa di tremende alluvioni, si rifugiavano sulla collina di rocce, che poi prese il nome di Castello di Scutari, Kalaja e Shkodrës.

Le mura e le strutture interne risalgono per lo più al periodo veneziano, sebbene siano visibili anche tracce delle ben più remote fortificazioni di epoca illirica. I grandi prati che si estendono all’interno della fortezza, suddivisa in tre cortili, invitano a una lunga sosta per godere delle bellezze del paesaggio.

Il Museo del Castello di Rozafa

Ospita un’interessante raccolta di oggetti e documenti, che illustrano la storia della città dal periodo illirico a quello ottomano. Al piano terra si possono osservare mappe e artefatti risalenti alle guerre combattute da Scutari contro Romani, Bizantini e Slavi, mentre al piano superiore è rappresentata l’eroica resistenza degli scutariani all’assedio dell’esercito ottomano. Il museo si trova nel terzo cortile, all’interno dell’edificio costruito dal veneziani come residenza del governatore.

Ponte di Mes

(Ponte di mezzo) in albanese Ura e Mesit, ricostruito nel 1780, è un ponte di pietra nel villaggio di Mes, a 5 km nord da Scutari. Ci sono testimonianze che dimostrano l’esistenza di un ponte veneziano che collegava Scutari con Drivasto, in albanese Drisht, che è stata un’importante città dell’Albania medievale. Drivasto esisteva prima del XII secolo. La diocesi di Drivasto nel 1089 divenne suffraganea dell’arcidiocesi di Antivari dopo essere stata suffraganea dell’arcidiocesi di Ragusa.

Il Ponte di Mes è un monumento della cultura di Scutari, il sito è trasformato in un’attrazione turistica dove i turisti possono salire sul ponte e osservarlo da vicino. È stato ripristinato nel XVIII secolo, intorno al 1770, da Kara Mahmud Bushati, il pascià ottomano locale, e attraversa il fiume Kir. È lungo 108 metri, largo 3,4 metri, alto 12,5 metri con 13 archi.

La Torre dell’orologio

O Orologio inglese è l’unico edificio di Scutari che ha l’aspetto di un castello medioevale. La casa, insieme alla torre dell’orologio venne costruita con gli ingenti fondi del lord inglese Paget, recatosi in Albania per diffondere il protestantesimo. Trasferitosi a Scutari alla fine del XIX secolo, dopo notevoli avventure per il possesso di fabbricati e di quei terreni, volle costruire qualcosa in stile medievale, che richiamasse il passato dell’Albania, non molto coerente in realtà per l’epoca di costruzione. A ogni modo è un complesso unico. Nonostante l’ambientazione medioevale albanese, l’orologio inglese, è una costruzione che si richiama all’epoca del feudalesimo albanese.

Statua della Beata M. Teresa di Calcutta

(Statuja e Nënë Terezës) è situata nel pieno centro di Scutari, vicino alla moschea Ebu Bekr. Agnes Gonxha Bojaxhi meglio conosciuta come Madre Teresa di Calcutta; ottenne nel 1979, il premio nobel per la Pace, “per il lavoro compiuto nella lotta per vincere la povertà e la miseria, che costituiscono anche una minaccia per la pace”.

La famiglia Bojaxhiu è originaria di Shiroka, sul lago di Scutari. I nonni di Madre Teresa, Lazër e Çeçile, abitavano qui; a metà del XIX secolo, anche una via di Shiroka portava il nome dei Bojaxhiu.

Madre Teresa, come San Francesco, era figlia di ricchi commercianti. Lei è nata nel 1910, il 26 agosto, a Skopje, in quella che è oggi è la capitale della Macedonia ma a quel tempo era una florida cittadina del Regno d’Albania, a sua volta parte dell’Impero Ottomano. Negli anni ’30 la famiglia di Madre Teresa visse in una casa nel centro di Scutari, dove sulla facciata è posta una targa commemorativa .

Statua d’Isa Boletini

(Statuja e Isa Boletinit) Piazza Perash. 1 km a sud di Piazza della Democrazia, passando per il Viale Scanderbeg, girando a destra verso Via E. Durham e situata in un piccolo parco, questa statua in bronzo di 4,6 m di altezza fu eretta nel 1986 per celebrare il “Leone del Kosovo” (Luani i Kosovës).

Isa Boletini – Grande è una figura della resistenza albanese durante le guerre balcaniche (1912-1913) contro l’impero ottomano e contro la Serbia-Montenegro. Isa Boletini (1864-1916) combatté per l’inclusione del Kosovo nel nuovo stato albanese. Fu assassinato nel 1916 a Podgorica (Montenegro).

La statua è una delle ultime opere realizzate da Shaban Hadëri (1928-2010). Ex partigiano e uno degli scultori più prolifici dell’era comunista. Stimato per il suo stile del “realismo sociale”, si è formato alla Scuola delle Belle Arti di Leningrado. In particolare, realizzò cinque statue di Enver Hoxha (tutte distrutte alla caduta del regime) e partecipò alla costruzione del Monumento dell’indipendenza di Valona (1972) e alla statua di Madre Albania (1971) nel Cimitero nazionale dei martiri, a Tirana.

Statua degli Eroi di Vig

(Monumenti i Heronjve të Vigut) – Altra opera di Shaban Hadëri a Scutari. Il monumento fu realizzato in cemento nel 1969 (2 m di altezza), poi in bronzo nel 1984 (5 m di altezza).

È un omaggio ai cinque giovani partigiani del vicino villaggio di Vig-Mnela caduti nel 1944. Quest’opera fu installata inizialmente in Piazza Democrazia, accanto all’hotel Rozafa. Ora si trova su una rotonda, 2 km a nord del centro città, in direzione della strada principale per le Alpi albanesi e il confine montenegrino.

La Cattedrale di Scutari

E’ uno degli edifici storici più importanti dei quartieri cattolici è la cattedrale della città, dedicata a Santo Stefano protomartire, chiamata in albanese Kisha e Madhe ovvero “La Grande Chiesa” e visitata nel 1993 da papa Giovanni Paolo II. La cattedrale è la chiesa principale dell’arcidiocesi di Scutari-Pult.

Chiesa di San Francesco

O dei Frati Francescani, in albanese Kisha Françeskane. I lavori di costruzione iniziarono nel 1902 dalla missione francescana nella città di Scutari e nel 1905 l’edificio fu completato. Nel gennaio 1947 la Sigurimi (Polizia segreta albanese) utilizzò la chiesa come deposito di armi e munizioni. Molti sacerdoti francescani furono arrestati con la falsa accusa di aver nascosto armi nella chiesa. Nel 2007 la torre campanaria e l’ala posteriore della chiesa sono state restaurate.

Cattedrale ortodossa della Natività di Gesù

In lingua albanese Katedralja e Lindjes së Krishtit, è un luogo di culto della chiesa ortodossa albanese. La cattedrale, completata nel 2000, presso il sito dove sorgeva già una chiesa di legno. L’attuale edificio in pietra è costituito da una grande navata, tre cupole e una torre campanaria.

Santuario della Madre del Buon Consiglio

In albanese Kisha, Zoja e Këshillit të Mirë, patrona dell’Albania si trova ai piedi del castello Rosafa. Una leggenda legata a questa chiesa narra che il 25 Aprile del 1467, nel corso di un violento scontro con i Turchi, che si accingevano a occupare la città, l’immagine della Signora di Scutari e Patrona di tutta l’Albania, si staccò dalla parete per non subire profanazioni e, accompagnata dagli Angeli e un gruppo di fedeli, attraversò l’Adriatico per insediarsi a Genazzano del Lazio.

Moschea di Piombo

In albanese Xhamia e Plumbit, del 1773. La moschea di Piombo, che prende questo nome dalle sue cupole ricoperte di piombo, è l’unica moschea della città a non essere stata distrutta durante la rivoluzione culturale del 1966. Si narra che anticamente fosse una chiesa bizantina, la Chiesa di San Nicola, trasformata dopo l’occupazione ottomana in moschea.

Moschea Ebu Beker

In albanese Xhamia Ebu Beker. La Moschea è e stata costruita nel 1994 vicino ai resti dell’antica moschea settecentesca, distrutta negli anni 60 durante il periodo della dittatura. La moschea presenta una cupola di 24 metri di altezza e due minareti di 41 metri di altezza.

Moschea di Parrucë

In albanese Xhamia e Parrucës è l’ultima, in ordine di tempo, a essere stata costruita a Scutari. Sorta per sostituire una precedente moschea sita nello stesso luogo e abbattuta dal regime comunista nel 1967. La Moschea di Parrucë è una costruzione in stile ottomano ed è stata completata nel 2006.

Cultura, eventi e tradizioni

Il Teatro Migjeni

Sotto il profilo culturale Scutari rappresenta sicuramente una città molto impegnata e tra le diverse iniziative artistiche, gli spettacoli teatrali del teatro Migjeni sono indubbiamente degni di nota: in questo teatro, infatti, si sono tenuti numerosi spettacoli d’importanza internazionale come “Sei personaggi in cerca d’autore”di Luigi Pirandello e l’opera teatrale “Girotondo” (Reigen) dello scrittore e drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler.

Musei

Museo Marubi

In albanese Muzeu Marubi, è il primo museo di fotografia in Albania nonché uno dei più ricchi della regione dei Balcani, con un archivio di oltre 500.000 negativi. Nel 2016 è stato incluso in un progetto statale di valorizzazione delle opere storiche. Inoltre l’archivio fotografico Marubi, oggi conservato presso il Museo, è riconosciuto patrimonio internazionale dell’UNESCO, costituendo un esempio quasi unico in Europa per qualità e importanza dal punto di vista documentario.

Museo Storico di Scutari

Si trova nel centro della città in via Oso Kuka. Questo museo è conosciuto dai cittadini come “La casa di Oso Kuka”, in albanese Shtëpia e Oso Kukës, perché questo edificio è stato trasformato da casa in un museo. Il museo ha l’aspetto di una casa tradizionale di Scutari con due piani, ampie camere, camino, soffitto decorativo e un ampio cortile.

In questo museo ci sono diversi tesori che mostrano la storia della città di Scutari e di tutta l’Albania. Al primo piano si trova il settore archeologico, dove ci sono circa 500 oggetti di diversi periodi, dal Neolitico (6000 a.C.) fino al Medioevo. Strumenti di lavoro, armi, gioielli e vasi sono alcuni degli oggetti esposti. Sebbene il museo sia relativamente piccolo, è piuttosto ricco e ha molti oggetti di rilievo storico.

Museo della Memoria

In albanese Muzeu i Kujtesës o il Museo dei crimini del comunismo (viene chiamato anche il Museo delle sofferenze dalla dittatura comunista). Secondo l’architetto Viktor Dhimgjini che ha progettato l’edificio, il percorso espositivo del museo è stato concepito come un viaggio simbolico in una galleria con una lunghezza di circa 50 m che, ripercorrendo la distanza attraversata dai detenuti, dalle celle destinate alla carcerazione preventiva (Hetuesija) conduce fino alle carceri. Gli ambienti dell’ex carcere e la sede dei Servizi segreti (Sigurimi) che si trovano alla sinistra dell’edificio si sono preservati intatti.

Il museo è un luogo di memoria per ricordare quanto accadde nel periodo della dittatura comunista principalmente a Scutari (Shkodër) in Albania dal 1944 fino agli anni 90. Gli oggetti esposti, fra i quali le testimonianze raccolte: interviste, fotografie, memorie, ricordano la violenza fisica e psicologica subita dai detenuti.

Il percorso è ideato per l’installazione di postazioni video, con trasmissione diretta dell’audio, nelle quali appaino testimoni sopravvissuti al massacro e prigionieri politici prevalentemente scutarini che raccontano le loro esperienze secondo un percorso suddiviso in tappe tematiche in cui vengono narrati vari aspetti della prigionia come l’arrivo, la vita, le torture e la morte nelle celle. La struttura è un luogo di conoscenza e d’incontro per quanti intendono approfondire i temi della memoria storica orientati anche verso problematiche dell’attualità.

Il Museo dei Crimini della Dittatura è un progetto congiunto tra il Ministero del Turismo, Cultura, Gioventù e dello Sport e del Comune di Scutari. E’ il primo museo nel suo genere in Albania, dopo il Padiglione del Genocidio (Pavioni i Gjenocidit), aperto negli ultimi anni nel Museo Nazionale di Tirana.

Museo delle maschere veneziane

Alla Fabbrica delle maschere. Qui vengono prodotte anche le maschere più belle in stile veneziano dirette all’esportazione verso i mercati Italiani ed esteri. Le maschere sono un capolavoro e sono state progettate anche per una serie di produzioni e film come Eyes Wide Shut

Museo della cultura francescana

Muzeu i Kulturës Françeskane di Scutari, dove si può visitare una sezione di opere di Lin Delija. L’apertura della sezione è stata possibile tramite la donazione di 103 opere ai francescani (nella persona del Provinciale Padre Aurel Gjerkaj O.F.M.) da parte dell’Associazione “Art Union Albania” (nella persona del Presidente Arch. Gjon Radovani).

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Albania News nella Guida di Scutari, autore Gino Luka

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