Der Standard: tre motivi per visitare l’Albania

Il noto quotidiano austriaco ha stilato una mini-lista con le tre ragioni principali per visitare l'Albania, ovvero la città di Elbasan, il golfo di Gjipë e il parco nazionale Shebenik-Jabllanicë.

Gjipe, riviera albanese

Gjipe, riviera albanese

L’Albania non è ancora parte dell’Unione Europea ma i turisti stranieri che la visitano continuano ad aumentare esponenzialmente anno dopo anno. Ecco le tre esperienze da non perdere nel Paese delle Aquile secondo il quotidiano austriaco “Der Standard”.  

Elbasan: una città culturale

L’ospitalità, nel senso più completo del termine, si trova nell’Albania centrale, a Elbasan, nota città sulle rive del fiume Shkumbin.

E’ una questione d’onore.” – spiegano ai giornalisti austriaci Ermion e Dashamir Qorri, abitanti della città.

La loro abitazione – che è stata restaurata ottimamente – si trova all’interno delle mura del castello. I loro vicini sono emigrati, così come anche due dei loro figli.

Non è sempre facile. Ma siamo felici, anche perché siamo circondati da due edifici sacri.” – afferma la coppia.

I due edifici citati sono la chiesa ortodossa di Santa Maria e la chiesa cattolica di Cristo, che sono riusciti a salvarsi dall’epoca di distruzione del dittatore Enver Hoxha. Le rovine della vecchia città di Elbasan sono passati sotto vari domini, dai greci a romani, dai bizantini agli ottomani.

La porta a sud del castello apre al presente: lungo il boulevard “Qemal Stafa”, pieno di palme e di edifici risalenti all’epoca comunista, gli abitanti di Elbasan passeggiano godendosi il sole. La maggior parte degli albanesi si veste come gli occidentali, le donne con il velo sono rare.

Tuttavia, la voce del muezzin verrà ascoltata di nuovo perché la città avrà una nuova moschea finanziata dalla Turchia, mentre la più grande attuale – la moschea “Xhamia Mbret” – è stata restaurata.

Nella periferia della città un tempo era presente la famosa industria metallurgica del partito, che aveva trasformato Elbasan in un grande centro industriale dell’Albania e che ora è a tutti gli effetti una gigantesca rovina industriale.

A nove chilometri sud-est di Elbasan, il prete Pal Qosja è felice per la libertà religiosa. Nel villaggio di Shelcan sta cercando da 26 anni un’icona appartenente al XIV secolo. Nella chiesa ortodossa di San Nicola, una modesta basilica, rivolge il suo sguardo verso un dipinto dai vivi colori realizzato dal più grande affreschista albanese, Onufri da Berat.

Grazie a Dio, questi dipinti esistono ancora.” – afferma il prete. Le opere, infatti, sono tra le poche ad esser sopravvissute alla dittatura comunista.

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Il golfo di Gjipe

Le strade sono molto ampie in Albania, soprattutto quelle che non ti portano da nessuna parte. Come il tratto di asfalto tra i villaggi di Ilias e Vuno, un finanziamento della Banca Mondiale del 2009 dove teoricamente potrebbe atterrare un “Airbus” ma che allo stesso tempo manca di illuminazione.

Una guida ci aspetta lì per portarci sulla spiaggia di Gjipë. La prima impressione di relativa tranquillità di questa mattina di luglio era solo apparente: ben presto, infatti, è arrivato un altro gruppo di turisti da Himara con la barca, il quale ha occupato la metà delle sdraio mentre i selfie tra le grotte del posto impazzavano.

Nel Golfo di Gjipë il tempo sembra non essere trascorso mai. Nonostante il tratto stradale costruito nel 2009, la spiaggia ricorda ancora molto quella del film “The Beach” con Leonardo Di Caprio. Tuttavia, se da una parte ormai il film ha compiuto 19 anni dalla sua prima uscita, dall’altra l’Albania sta richiedendo da cinque anni l’apertura dei negoziati ufficiali per l’adesione nell’UE.

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Il parco nazionale Shebenik-Jabllanicë

Come molti altri nella valle di Shkumbin, gli albanesi della zona dubitano che il turismo porterà davvero ciò che loro sperano. Nel loro cuore sono contenti che il parco nazionale di Shebenik-Jabllanicë – status ricevuto nel 2008 – sia ancora sconosciuto ai più assieme alle sue foreste protette dall’UNESCO, ai 14 laghi di montagna e all’eccezione varietà di specie, come le “viole” e la “Lince dei Balcani”.

A Laurenc Tupi – residente ed esperto dell’area – non piace il rumore dei SUV che disturbano la calma delle foreste e inquinano l’area. Ripensa ancora a quando nella valle c’erano 3000 abitanti, mentre il villaggio aveva soltanto una macelleria e una panetteria.

La moschea si è conservata, mentre gli abitanti sono emigrati dal villaggio che ora conta solo 30 famiglie. Anche gli investimenti negli hotel non portano speranza, a causa della manca d’esperienza nei servizi, del personale molto limitato e dell’esiguo numero di turisti.

Questo cambierà. Senza iniziativa, non è possibile raggiungere nulla. Il futuro dipende solo dal turismo sostenibile. A differenza delle alpi albanesi molto frequentate nel nord del paese, la catena montuosa Shebenik-Jabllanicë non ha mai attirato l’attenzione dei turisti. Questa è una buona cosa.” – afferma Juli Balla, capo del servizio di protezione forestale dell’area.

Nel frattempo, il villaggio si è munito di un centro per turisti con informazioni e strutture ricettive. Negli ultimi tre anni, le guardie forestali hanno segnato 13 percorsi turistici, che oscillano dai 30 minuti alle 4 ore. Tuttavia, se dipendesse da Laurenc Topi, il Parco Nazionale sarebbe accessibile solo dai turisti che si prendono cura della natura.

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