Albania, rinvenute 22 anfore antiche al largo della costa

Le anfore, ritrovate vicino alla penisola di Karaburun, dovrebbero risalire al VII secolo A.C. e offrono un'ulteriore testimonianza della ricchezza del patrimonio albanese subacqueo.

Anfore Antiche Albania

Il progetto di archeologia subacquea albanese-americana condotto dalla “RPM Foundation” ha reso noto di aver rinvenuto alcune anfore – nel Mar Ionio, al largo delle coste albanese, vicino alla penisola di Karaburun – che risalgono almeno a 2500 anni fa.

La nave da ricerca ‘Hercules’ della RPM Foundation, infatti, ha annunciato nella giornata di ieri di aver trovato 22 anfore a circa 40-60 metri di profondità, sparse sul fondo del mare vicino alla penisola di Karaburun. L’archeologo Mateusz Polakowski ritiene che le anfore corinzie di tipo A risalgano tra il VII e V secolo A.C.

Se vi saranno anche resti di un relitto, quest’ultimo sarebbe la prima nave ad aver mai navigato le acque della costa albanese.” – afferma l’archeologo.

Il presidente della RPM Foundation, James Goold, considera questa scoperta come una tra le più importanti effettuate dalla fondazione, mentre l’archeologo albanese Neritan Ceka ha affermato che anfore simili sono state rinvenute anche nell’entroterra (Durazzo e Apollonia), a testimonianza del commercio intensivo che avveniva lungo la costa albanese durante il VII A.C.

Le 22 anfore, ritrovate vicino alla penisola di Karaburun

RPM in Albania

Dal 2004, RPM Foundation ha condotto – assieme al centro di ricerca marittima albanese – spedizioni ed esplorazioni lungo i fondali della costa albanese.

Sono stati numerosi e di epoche completamente diverse gli oggetti rinvenuti durante queste ricerche, dall’età del bronzo ai più recenti anni della Guerra Fredda. In totale, inoltre, le ricerche hanno portato alla luce 28 siti archeologici subacquei.

Certamente sarebbe un ottimo punto di partenza un programma nazionale attorno al quale istituire un museo per mostrare il ruolo chiave dell’Albania nell’antichità.” – ha affermato Goold

Ad oggi, infatti, l’Albania non è riuscita ancora ad esprimere tutto il suo potenziale in quanto a patrimonio e turismo subacqueo. Il paese, ad esempio, non ha ancora un dipartimento di archeologia subacquea, mentre le attività illegali dei trafficanti di oggetti subacquei di valore così come quelle dei pescatori, stanno mettendo in pericolo il tesoro.

Tutte queste cose positive dovrebbero incentivare alla protezione dei beni sottomarini sia in termini legali che pratico; in entrambi i cambi c’è ancora molto da migliorare. 

Questo patrimonio è in pericolo per tutta una lunga serie di ragioni, a partire dai pescatori che possono danneggiare gli antichi relitti ma anche per coloro che trafficano illegalmente pezzi delle navi risalenti alla prima e alla seconda guerra mondiale o per le istituzioni statali che non conoscendone il valore le distruggono.

L’esperienza di paesi come Turchia, Spagna e Italia, testimonia l’importanza dell’esistenza di musei con oggetti del patrimonio subacqueo, per costruire e proteggere l’identità nazionale.” – ha affermato Auron Tare, direttore del consiglio scientifico e tecnico dei patrimoni mondiali subacquei dell’UNESCO.

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