The Washington Post: in Albania, tra tradizioni secolari e spiagge meravigliose

Il quotidiano americano ha dedicato un reportage al Paese delle Aquile: dalle spiagge meravigliose all'antica storia del paese, in un approfondimento a 360 gradi.

Berat Albania

Berat

Il ‘The Washington Post’ ha dedicato un reportage al Paese delle Aquile dal titolo ‘In Albania, age-old traditions and Mediterranean beaches on the cheap.’ Dalle spiagge meravigliose all’antica storia del paese, in un approfondimento a 360 gradi.

In Albania, age-old traditions and Mediterranean beaches on the cheap

La reporter del ‘The Washington Post’ racconta come – nonostante su Google Maps la costa e la spiaggia fossero solo una questione di pochi chilometri – l’auto abbiamo dovuto percorrere un difficile percorso:

L’auto sobbalzò per strade sterrate. All’improvviso le temperature precipitarono quando iniziammo l’ascesa sulle montagne avvolte nella nebbia; la macchina poi rallentò a passo d’uomo, passando gli apicoltori che vendevano barattoli di miele dal lato della strada.

[…] Abbiamo imparato che il passo di Llogara, dove ora ci troviamo, è una delle strade più alte d’Europa: un emozionante viaggio attraverso diversi climi, dal calore dei paesaggi punteggiati di cipressi del Mediterraneo alla nebbia e alle foreste sempreverdi.

Il viaggio poi si sposta nella spiaggia di Qeparo:

Puoi trovare la felicità lungo questo tratto di costa idilliaco. L’abbiamo trovato a Qeparo, un villaggio incuneato tra la montagna e il mare. Ci siamo uniti ai vacanzieri locali albanesi sulle sdraio in spiaggia.”

Un parentesi sulla storia albanese

La giornalista poi sposta la sua attenzione sulla storia del Paese delle Aquile, concentrandosi soprattutto sul periodo del regime comunista di Enver Hoxha:

La Terra delle Aquile è un paese di antiche leggende e un variopinto cast di personaggi tra cui un valoroso guerriero del XV secolo chiamato Scanderbeg, un re del XX secolo chiamato Zog e un dittatore comunista Enver Hoxha, che ha sigillato i confini del paese per 40 anni mentre costruiva bunker in ogni angolo del paese.  Quando il suo regime comunista cadde negli anni ’90, i cittadini fuggirono in tantissimi dal paese.

Ma la storia dell’Albania, ovviamente, non coincide soltanto con il regime dittatoriale di Hoxha:

La bandiera albanese è un simbolo di fiero orgoglio nazionale oggi. Secondo la leggenda, il grande generale Scanderbeg portò uno stendardo di un’aquila a due teste in battaglia contro gli ottomani del XV secolo.

Il paese stesso è assolutamente unico: la lingua albanese non è legata alle lingue slave o alle lingue romanze derivate dal latino e occupa il proprio ramo nella famiglia linguistica indoeuropea.

Ospitalità e folklore

Un vecchio detto in Albania recita che la nostra casa appartiene a Dio e all’ospite. Il tutto riscontrato dalla reporter del ‘The Washington Post’ nella città di Berat:

Riconosciuta come sito del patrimonio mondiale dell’UNESCO, Berat è nota come “la città dalle finestre sovrapposte” aggrappate su una collina sopra il fiume Osumi.

Quando siamo arrivati al nostro hotel, a conduzione familiare, siamo accolti con drink di benvenuto e ampi sorrisi come vuole il nuovo motto del turismo albanese.

A dimostrazione che l’ospitalità è la regola di questa terra, in seguito ci imbattiamo in un ristorante all’interno di un locale. Il proprietario ci accompagna a un tavolo sul retro mentre la moglie prepara specialità tradizionali come il fergese, accompagnato dal vino preparato in casa dalla famigilia.”

L’ultima tappa del viaggio è Saranda, dove le passeggiate serali rappresentano un rituale santificato e un’attività ricreativa.

Come potremmo non innamorarci di un paese il cui passatempo nazionale è la passeggiata serale?” – chiude il reportage del ‘The Washington Post’.

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