Alla scoperta di Apollonia

Dichiarato Parco Archeologico Nazionale nel 2006, Apollonia è stata un banco di prova per la realizzazione di una strategia di sviluppo del turismo culturale in Albania.

Anche se d’estate le temperature non sono certo ideali per spostarsi, è in aumento il numero dei turisti in visita in Albania. Ad attirare la loro attenzione a sorpresa sono stati i monumenti culturali, e uno dei luoghi che ne ha beneficiato di più è Apollonia.

Dichiarato Parco Archeologico Nazionale nel 2006, Apollonia è stata un banco di prova per la realizzazione di una strategia di sviluppo del turismo culturale in Albania.

Si è puntato sul miglioramento dei servizi, delle strutture turistiche e l’apertura di nuovi siti archeologici. E i dati in continuo aumento sono la conferma di una scelta di successo.

Molto si può dire e scrivere della nostra terra e ciò nonostante molto rimane ancora nell’indeterminatezza della conoscenza superficiale, soprattutto d’un turismo all’insegna del “mordi e fuggi”, che non soddisfa le attese dell’ospite e non rendono giustizia al territorio.

Solo l’anno scorso, l’antica città è stata visitata da un numero record di 33.000 turisti, cifre mai raggiunte in precedenza. Di recente sono stati aperti altri sei siti visitabili: l’Acropoli, il tempio di Artemide (le fondamenta), le antiche Terme, il Muro delle Anfore, l’antico Pozzo eil Refettorio con i mosaici.

Ad Apollonia la storia prende vita attraverso gli oggetti, le pitture, i mosaici e il museo composto di sette padiglioni, una galleria e due portici. Questo museo, insieme alla chiesa di Santa Maria, rimangono una delle mete preferite dai visitatori.

Per la stagione turistica 2009, la Direzione del Parco Archeologico prevede di ospitare un numero più elevato di turisti rispetto al 2008, grazie all’ampliamento delle siti visitabili al suo interno.I dati del primo semestre sembrano confermare la tendenza dell’aumento dei visitatori. Inoltre, si è lavorato alla realizzazione di cartine, depliant e di un nuovo servizio audio–guida in inglese, francese ed albanese, per far sì che i turisti stranieri e locali possano visitare il luogo in piena autonomia e godere così il meraviglioso paesaggio, l’incredibile bellezza naturale del posto e la grande ricchezza archeologica di Apollonia.

Ma facciamo qualche passo indietro nel tempo per scoprire il passato di questo tesoro archeologico, definito da Marco Tullio Cicerone “ magna urbs et gravis”, vale a dire grande ed importante città.

L’antica città di Apollonia, situata all’incirca a 12 km di distanza da Fier, è stata fondata nel 588 a.c dai coloni greci di Kelkyra (odierna Corfù) e Corinto nei pressi del delta del fiume Vjosa, e insieme a Dyrrah (l’attuale Durazzo) erano le principali città e i porti più importanti dell’Illiria. Come città-stato dal V secolo a.c.coniò una sua moneta d’argento che, grazie al commercio, si diffuse nell’intera penisola Balcanica. Ben presto, Apollonia non venne considerata solo un importante centro economico ma anche culturale. Al suo interno fiorirono le arti, la scultura, e i mosaici. Per la sua posizione strategica, Apollonia divenne anche centro di aspri combattimenti tra gli Illiri, Macedoni e Romani. Nel 229 a.c. l’occupazione romana cominciava a mettere radici e nel 168 a.c., i romani assunsero il dominio sull’intera città. Per 200 anni Apollonia fu un centro di rilevante importanza per Roma e una tappa principale sulla famosa via Egnatia. Fu inoltre una fortezza per Cesare durante la sua guerra contro Pompeo Magnoe come ricompensa per il supporto dato a Cesare, le fu concesso lo status di città libera.

Il suo declino cominciò verso la metà del III sec quando il fiume Vjosa (allora noto con il nome Aos) cambiò la sua direzione a seguito di uno spaventoso terremoto che modificò l’orografia della regione, causando ingentiproblemi di navigabilità al porto. In seguito la città cominciò a svuotarsianche per viadel crescente sviluppo della vicina città di Valona.Vi èda ricordare che anche il Cristianesimo era presente nella città. Infatti, se con la fine dell’antichità la città si spopolò progressivamente, al suo interno non cessò di ospitare una piccola comunità di Cristiani, che nel XIII secolo costruì sul luogo un monastero e la chiesa dedicata a Maria, la madre di Gesù, tanto ammirata oggi dai turisti.

In seguito, Apollonia dormì nei secoli nascosta tra la polvere del tempo fino ai primi scavi eseguiti sul luogo durante la Prima Guerra Mondiale da archeologi austriaci che riportarono alla luce principalmente la cinta muraria della città. Infatti, la città era circondata da mura di protezione, costruite durante il IV secolo a.c, con un perimetro di circa 4.500 metri ed uno spessore di 3 metri e 40 cm.

Successivi scavi furono effettuati dal 1924 al 1938 da una missione archeologica francese guidata da Leon Rey, che scoprì nel centro della città una muraglia dotata di terrazza con cancelli e arcate. Davanti alla muraglia si trovava un altare a forma circolare dove la gente offriva i suoi sacrifici prima di recarsi nel tempio. In seguito la missione francese, accompagnata nei lavori anche dall’archeologo albanese Hasan Ceka, riportò alla luce numerosi monumenti come l’obelisco dedicato al dio Apollo ed il monumento di Agonothetes. Di fronte a quest’ultimo si trova un colonnato decorato con sculture di marmo e l’Odeon, un piccolo teatro che ospitava all’incirca 200 spettatori, dove si presume si facessero recite, manifestazioni musicali e discussioni di natura filosofica. A pochi metri di distanza è stata scoperta la casa con i mosaici. Si tratta di una ricca abitazione apollonica del III secolo d.c. con mosaici di ogni tipo.

Negli anni seguenti gli scavi sono stati eseguiti esclusivamente da missioni albanesi.

Attualmente, gran parte dei reperti si trovano nel Museo, ricavato nell’antico monastero di Santa Maria, in cui si possono ammirare i reperti che testimoniano il glorioso passato della città.

A tutt’oggi, nel Parco Nazionale di Archeologia lavora una spedizione franco-albanese. I risultati ottenuti sembrano ribaltare le opinioni degli archeologi sulla città di Apollonia, perché ogni giorno si scoprono sempre più informazioni aprendo la strada a nuove spettacolari scoperte. Non a caso gli esperti che da anni lavorano sul luogo, per il suo potenziale archeologico, definiscono Apollonia “la Pompei dell’Albania”.

E allora, tra il mare e i splendidi locali alla moda, tra le nostre città e le nostre montagne, ricavate un po’ di tempo delle vostre vacanze anche per luoghi come Apollonia. Servirà per fare un tuffo nella storia e nell’essenza della nostra cultura, riscoprendo parte della nostra immensa ricchezza.

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