Apollonia, un’antica città nell’Illiria

Apollonia: dove il primo imperatore romano Ottaviano Augusto studiò filosofia

Apollonia è un’antica città nell’Illiria, collocata sulla riva destra del fiume Voiussa. Le sue rovine sono situate nel distretto di Fier, vicino al villaggio di Pojani.

Apollonia fu fondata nel 588 A.C., in una località occupata da tribù illiriche. La città fiorì durante il periodo romano e fu sede di una rinomata scuola di filosofia. Il declino, invece, iniziò nel III D.C. quando – tra le altre cose – un terremoto devastò il suo porto.

Cicerone, il famoso oratore romano, rimase affascinato dalla bellezza della città definendola nelle sue Filippiche ‘’magna urbs et gravis’’, ovvero città grande e importante. Gli scavi archeologici hanno dimostrato che la città raggiunse il suo apice dal IV secolo A.C. al III D.C.; le fonti dipingono una fiorente cultura e un porto molto attivo durante il periodo di splendore della città, che disponeva anche della propria zecca per la produzione delle monete, ritrovate fino ai piedi del Danubio.

Apollonia aveva un muro lungo 4km che circondava un’area di 137 ettari. È stato stimato che durante il picco della civiltà in città vivevano ben 70.000 abitanti. Tra i monumenti più interessanti ci sono l’edificio del consiglio comunale, la biblioteca, l’arco di trionfo e il tempio di Artemide.

Degno di nota anche l’Odeon, che risale al II secolo A.C. e ospitava una volta circa 10.000 spettatori, e il passaggio pedonale coperto a due piani, lungo 77 metri.

Un terremoto nel III secolo D.C. ha alterato il percorso del fiume Voiussa e causato gravi danni alle infrastrutture.

La popolazione della città diminuì fino a quando non fu quasi disabitata. Fu riscoperta nel 1700 e gli scavi archeologici sono continuati ad intermittenza per tutto il XX secolo.

Il declino della città sembrerebbe essere stata causata dall’ascesa della città di Valona. Fu riscoperta dai classicisti europei nel XVII secolo anche se solo nel 1916-1918 con l’occupazione austriaca che gli archeologi iniziarono ad investigare il sito. Il loro lavoro fu continuato da un team francese nel 1924-1938. Parti del sito furono danneggiate durante la seconda guerra mondiale.

Dopo la guerra, una squadra albanese intraprese ulteriori lavori dal 1948 in poi, sebbene gran parte del sito rimanga sconosciuta ad oggi. Alcune delle scoperte archeologiche della squadra sono esposte all’interno del monastero, noto come il Museo di Apollonia, e nella capitale Tirana.

Sfortunatamente, durante l’anarchia che seguì il crollo del regime comunista del 1990, la collezione archeologica fu saccheggiata e il museo fu temporaneamente chiuso. Le rovine venivano spesso scavate dai saccheggiatori perché le reliquie fossero vendute ai collezionisti all’estero.

Nel Dicembre 2011 è stato inaugurato un nuovo museo, sotto la direzione di Marin Haxhimihali. Ha sostituito un museo più vecchio che risale al 1985 ed è stato finanziato dall’UNESCO. Oggi il sito è facilmente accessibile dalla vicina città di Fier e offre sia viste uniche della costa adriatica che una vasta collezione di oggetti storici e archeologici di interesse.

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