Albania, l’informalità è il principale problema degli operatori turistici

Piazza Scanderbeg, Tirana, Albania

Piazza Scanderbeg, Tirana, Albania

La concorrenza sleale del commercio informale – principalmente operato da proprietari di appartamenti e ville – è una delle principali preoccupazioni della maggior parte delle imprese nel settore alberghiero in Albania. 

Il sondaggio

Un recente sondaggio condotto dal consiglio per gli investimenti dell’Albania – un organo consultivo del governo – mostra che il 71% delle imprese operanti nel settore del turismo a livello nazionale ha ammesso di aver dovuto affrontare una concorrenza sleale da parte di operatori non autorizzati.

L’Albania ha più di 1200 unità abitative con licenza, per una capacità di oltre 41.000 posti letto. Ma il numero di unità informali è stimato essere molto più grande, ingiustamente in concorrenza con gli operatori autorizzati offrendo prezzo molto più bassi a causa della mancanza dell’aliquota nel prezzo.

I proprietari di appartamenti sarebbero tenuti a pagare un’aliquota del 15% in caso di affitto a turisti stranieri o locali, ma questa tassa è molto spesso ignorata al di fuori della capitale Tirana.

La mancanza di risorse umane qualificate e le barriere nell’accesso alle infrastrutture e ai finanziamenti pubblici sono le altre preoccupazioni principali per coloro che operano nel settore turistico, come riferisce il sondaggio del consiglio per gli investimenti dell’Albania.

Quest’ultimo è un organo consultivo governativo che è stato istituito nel 2015, con il sostegno della BERS, la Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo.

Le soluzioni del governo

Il ministro delle finanze, Arben Ahmetaj, ha affermato che il governo intensificherà ulteriormente la lotta all’evasione fiscale nel settore turistico, grazie alla cooperazione con le principali piattaforme di prenotazioni online come Booking.com, dove sempre più operatori albanesi senza licenza pubblicizzano appartamenti e camere a tariffe inferiori.

Presto, la lotta contro l’informalità andrà ad un altro livello: stiamo negoziando trattative con piattaforme digitali come Booking.com e Airbnb, per ottenere informazioni ufficiali su tutte le strutture prese in affitto in Albania.” – ha dichiarato il ministro durante un incontro con gli operatori turistici.

Le autorità fiscali albanesi, già la scorsa estate, hanno intrapreso una campagna nazionale nelle zone costiere del paese per contrastare l’evasione, imponendo multe a centinaia di operatori e applicando divieti di operazioni fino a 30 giorni a diversi grandi alberghi e ristoranti.

Inoltre, il governo albanese ha affermato che un nuovo sistema di fatturazione migliorerà considerevolmente gli sforzi per contrastare l’evasione fiscale nel paese, stimata intorno al 30% del PIL dell’Albania.

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